Il GattoP(D)ardo – Storie d’ordinaria furbizia.

PD1Non si può certo dire che la politica italiana non abbia messo a frutto la lezione del Gattopardo, impartita magistralmente da Tomasi di Lampedusa con il suo celeberrimo romanzo. E l’esempio più emblematico ce lo ha dato nell’ultimo periodo il Partito Democratico, la più grande delle operazioni gattopardesche che l’Italia abbia mai conosciuto nella sua storia contemporanea.

Presentatosi sulla scena politica come la conquista di una istanza rinnovatrice grazie alla quale si sarebbero riunite tutte le forze democratiche e progressiste della seconda repubblica, in pochi anni il Partito Democratico ha dimostrato di essere l’operazione mediante la quale i poteri forti della politica italiana hanno magistralmente cambiato tutto affinché tutto rimanesse esattamente come prima.

Non appena è calato il sipario sul palcoscenico celebrativo dello storico evento, mentre ancora stava continuando quell’applauso esploso a scena aperta, sono iniziati, o meglio immediatamente ripresi i vecchi giochi correntizi, la spartizione rigorosa del bottino riconquistato grazie al megashow.

E al posto di una forza nuova e innovatrice ci siamo ritrovati un bel carrozzone sul quale trionfavano, rianimati e rinvigoriti dall’operazione di chirurgia plastica, i volti del vecchio apparato. Fatto fuori il buon Veltroni, relegato in quattro e quattr’otto nello scantinato insieme alla roba vecchia, sono riapparsi i vecchi macchinisti i quali, abbandonate le vecchie locomotive a vapore ormai inviate alla rottamazione insieme a qualche vecchio vicecapostazione inguaribilmente legato ai cimeli del passato, si son subito rimessi alla guida del treno ad alta velocità nuovo di zecca.
Peccato, però che i binari siano rimasti gli stessi, e che anche fra i passeggeri ci sia stato qualche nostalgico affezionato alle vecchie carrozze, un po’ più scomode è vero, ma molto più affidabili di quelle nuove, troppo plasticose per i gusti di chi era abituato a viaggiare magari più lentamente ma in modo meno spericolato.

Ma tant’è, quello che ò fatto ò fatto. E se anche il gattopardo non ò riuscito a smacchiare nessun giaguaro pazienza. Altro giro altra corsa. Per un vero gattopardo cambiare tutto perché tutto resti come prima non è certo un problema.